A scuola vi hanno insegnato che una descrizione può essere oggettiva o soggettiva, ma forse hanno tralasciato di dirvi che può essere anche statica e dinamica.
Nell’horror la descrizione è importantissima, per gli ambienti, per i mostri e per i personaggi, ma se non si selezionano i dettagli, se si decide di dire troppo o troppo poco… rischiate di annoiare il lettore!
Per intendersi, Lovecraft se ne fregava e ammucchiava pagine su pagine di descrizioni, ma oltre a essere qualcosa di obsoleto già all’epoca, rischia di compromettere il vostro lavoro!
Bando alle ciance e vediamo cosa è una descrizione statica:
“Il vampiro sedeva su un trono di pietra scura nel suo castello, indossava una giacca nera e aveva due occhi rossi e luminosi. Le orecchie invece erano a punta e pelose, i canini erano aguzzi e le unghie delle dita lunghe”
Ehm, voi andreste avanti a leggere una roba simile? Non è quello che si definisce un “page turner”.
Vediamo come si realizza una descrizione dinamica.
“Il vampiro se ne stava seduto, tamburellava con le sue unghie adunche sulla pietra scura del suo trono, benché fosse elegante, fasciato nella sua giacca nera, non aveva niente di umano. Te ne accorgevi subito quando ti squadrava con quegli occhi rossi, o quando si pizzicava la punta acuminata delle sue orecchie pelose… e prima di morire, te ne rendevi conto quando i suoi denti aguzzi ti penetravano nel collo!”
In pratica che cosa dovete fare?